Un manto continuo copre e rigenera ciò che è stato sottratto all’ambiente di tutti: a quello dell’utente direttamente coinvolto come a quello dell’utente sporadico o superficialmente disinteressato. Il verde diventa generatore del progetto stesso. Ma anche strumento “tecnologico” al servizio del soddisfacimento delle normative tecniche {contenimento consumi, isolamento termico, diminuzione delle dispersioni termiche, benessere idrometrico, maggiori standards} ed elemento formale capace di costruire un ambiente, inteso come generatore e contenitore vita quotidiana. La copertura dunque, dolce movimento del terreno, restituisce quello che si è tolto: la superficie è nuovamente terreno completamente riutilizzabile. Passeggiate, relax, svago, divertimento. Ma anche organizzazione di eventi {presentazioni, ricevimenti, piccoli spettacoli} in spazi dedicati all’aperto {gradonata per spettatori e piccolo palco} in zone assolutamente sicure e totalmente protette, fruibili da chiunque.
All’interno, lo spazio è organizzato su due livelli. Quello terra, diviso su due fronti, ma collegato tramite spazi connettivi e di relax visivo, ospita tutte le funzioni con interfaccia pubblica {laboratori, ambulatori, cucine, spazi d’attesa, spazi per la cultura e ricreativi, sale ristoro, assistenza e indigenti oltre a magazzini e servizi}. Sulla viabilità carrabile posteriore si affacciano gli spazi operativi {hangar ambulanze e mezzi protezione civile, officina e lavaggio, magazzini operativi per aiuti umanitari e vestiario, oltre a locali tecnici ed impianti}, collegati ai primi da spazi aperti e calmi, le due “oasi”, e connettivi interni. I luoghi di carico e scarico sono generati dalla contrazione e curvatura dei volumi degli hangars e coperti dal prolungamento della copertura. Anche per tali funzioni, non brevi, è stata adottata una soluzione idonea, che garantisse la massima flessibilità operativa.
Al primo livello, sono invece ospitati gli spazi di relazione “privati”, le funzioni richieste dalle sei componenti volontaristiche, ciascuna con propri uffici, aule formazione, servizi e spogliatoi, oltre a spazi connettivi e di relax {nel caso di contemporaneo utilizzo di alcune aule, il flusso di perone è notevole e va compensato in ambienti idonei}. I collegamenti con il piano terra sono affidati a due ascensori ed a due scale, immediatamente visibili e raggiungibili dagli ingressi {principale e dedicato}. Tali locali al primo livello si affacciano tutti sulle vaste corti interni {oasi} e sono suddivisi mediate setti murari e pareti attrezzate o vetrate in modo da dare luminosità anche al connettivo.

Il progetto vede perciò nel soddisfacimento di tutte le esigenze espresse dall’ente un punto di partenza, una condizione incontrovertibilmente necessaria per lo sviluppo del programma. Al contempo però, i presupposti d’intervento, sono arricchiti anche dalla consapevolezza della necessità di uno sguardo più vasto. Dal bisogno del bello, della poesia, della serenità e della salvaguardia dell’ambiente. L’edificio, inteso in senso generale come spazio multiforme per funzioni e accadimenti differenti, è annullato nel paesaggio. La percezione, di raffinata rarefazione, che se ne ha è di un movimento favorevole del terreno: al riparo del quale, società di volontari del soccorso trovano la base ideale per la propria e altrui organizzazione secondo flussi differenziati ma intersecantesi in punti nodali particolari. Un sistema aperto con punti focali di riferimento ben visibili e di immediata fruibilità. Tutte le funzioni risolte, tutte le normative rispettate, tutti gli aspetti tecnico-economici soddisfatti: ora è il momento di far scendere in campo l’altrui e la poesia.

Impianto riscaldamento/raffrescamento
L’impianto è ti tipo geotermico {nella variante geocooling}: si utilizza l’inerzia termica del terreno per ammortizzare le variazioni giornaliere della temperatura dell’aria e avere una temperatura di ventilazione che resti stabile durante<

2007

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