DIREZIONE LAVORI del restauro conservativo compreso le residue decorazioni {2003}. Progetto dell`Ufficio Studi e Interventi Storico Monumentali del Comune di Bologna.
L`austero edificio, con le sue forme imponenti, ha costituito per i bolognesi il simbolo dell`orgoglio civico. Le facciate così come oggi le vediamo, sono il risultato di un restauro «romantico» ideato dal «Comitato per Bologna Storica e Artistica» sotto la direzione di Alfonso Rubbiani all`inizio del secolo. I lavori, che determinarono polemiche e consensi, furono attuati nel 1905 nella facciata su piazza Nettuno, e nel 1909-1910 nei lati di via Rizzoli, piazza Re Enzo e nel cortile su piazza Nettuno, con la demolizione del Palazzo degli Uditori di Rota. Gli esterni dell`edificio, che allora si presentavano rinserrati da grandi caseggiati e contornati da stretti vicoli che ne impedivano la visione, vennero così completamente rinnovati. L`aspetto fu radicalmente riorganizzato dal Rubbiani, dopo lunghi studi e rilievi, con parti «vere» abbinate a parti «false». Ma attorno al 1912-1913 l`amministrazione comunale fece demolire, per esigenze di «modernità» e «igiene», tutti i vecchi fabbricati che occultavano quasi completamente il palazzo medievale, facendo così scomparire un inestimabile patrimonio edilizio, storico ed urbanistico. Fra i fabbricati demoliti c`erano le residenze dell`Arte dei Merciai e degli Speziali, i resti della Torre Atticonti, l`edificio che era stato sede della Chiesa di S. Michele del Mercato di Mezzo, il Voltone della Corda. Le ingenti distruzioni misero in luce l`inedita facciata del Palazzo Re Enzo che, da quel momento, si erge isolato, fiera esaltazione spettacolare della Bologna medievale.
Le recenti opere di restauro, realizzate fra febbraio e novembre 2003, sono state condotte secondo il progetto predisposto dall`Ufficio studi e interventi storico monumentali del Comune. Si è inoltre tenuto conto delle indicazioni della Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici. Scopo primario del restauro è stato quello di consentire la «lettura» dell`antica immagine esterna del monumento, tentando di eliminare il degrado dell`opera, rispettando ogni manufatto e la sua storia. Il restauro ha permesso, dopo lo studio del monumento e delle sue mutazioni, il consolidamento materico ed il riequilibrio della patina, senza mai tentare la ricerca di una falsa omogeneità, che in realtà non è mai esistita. Il restauro ha ripristinato, senza alterazioni, l`aspetto esteriore del monumento.
Contestualmente ai lavori, si è proceduto ad un`approfondita ricerca storica, bibliografica ed archivistica che ha visto impegnati diversi studiosi che hanno affrontato le vicende, sia dell`evoluzione del palazzo nel corso dei secoli, sia della figura del Re di Sardegna, Enzo, prigioniero per ventitré anni nel palazzo dove morì nel 1272. Il frutto di queste ricerche è stato pubblicato in un volume a cura di Paola Foschi e Francisco Giordano, intitolato «Palazzo Re Enzo. Storia e restauri», editore Costa {scritti di A. L. Trombetti Budriesi, P. Foschi, F. Malaguti, A. Antonelli, G. Marcon, R. Scannavini, A. Santucci, F. Giordano}, 2003, Bologna; sui lavori cfr. inoltre Francisco Giordano, Il restauro conservativo delle facciate del Palazzo Re Enzo, in: "INARCOS", rivista ingegneri architetti e costruttori, Bologna, LIX, 652, settembre 2004.
Committente: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna {Proprietà Comune di Bologna}.
Realizzazione: 2003.
Per le rispettive competenze professionali si veda la scheda pubblicata.

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